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riore, ma purtroppo, avevano dovuto ritirarsi per l'invasione austriaca, a sera di Pavia, nella Lomellina.

A scemare la penosissima meraviglia che può risentirsi in oggi per il diffondersi di sì infondate relazioni, avvertano bene i lettori, che allora non c'erano telegrafi di sorta, e nella generale confidente aspettativa, la confusione era tale, che un ministro, il giorno 21, ebbe ad annunziare in Torino l'ingresso dei piemontesi a Pavia!

Sulle relazioni avute, il popolo Bresciano concorde chiedeva che, smessa qualunque pratica, si venisse alle armi.


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