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narrato, ordini che la rivolta scoppiasse il 21, ma poi altre informazioni pervennero che invitavano a soprassedere. Questa remora, piú che saputa intuita,

mal dispose, anzi esasperò gli animi di alcuni fra i più ardimentosi, ed in un nucleo di giovani, fra il quale si distinguevano per foga di propositi un Cassola, un Contratti, un Alberti, violentemente si sparlava del Comitato come vacillante e tiepido, e minacciando di sovrapporsi ad esso. " A noi - esclamavano - a domani, in barba al Comitato! - Codesto gruppo di giovani apparteneva al partito avanzato o repubblicano, e volle il caso che si imbattesse poco dopo gli affermati propositi col dottor Guala, il presidente ormai noto del Comitato segreto. E non fu lungo il dibattito; i giovani fecero avvertito il Guala del deliberato fra di essi, ed il Guala colla serena energia dell'antico senatore romano, loro rispose: che una volta scoppiata la rivolta, era dovere di tutti il sostenerla ed il dirigerla fin dove si potesse.

Non andò guari che al Municipio fu fatto sentire il bisogno di un'autorità che attendesse unicamente alla difesa della città, nè il Sangervasio sopraffatto da tante cure, in cuor suo si sentiva di dover respingere il suggerito provvedimento, temendo pur anco di oltrepassare di troppo i confini delle facoltà che gli spettavano.

A tal uopo nel giorno 24 creava una commissione


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