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cetti strategici più essenziali, il piano di guerra adottato dagli austriaci, sugli elaborati del generale Hess, per la campagna contro il Piemonte del 1849.

Esso consisteva nel prendere l'iniziativa dell'attacco, denunziatori che fossero gli austriaci dell'armistizio o denunziati, nel fare qualche dimostrazione qua e là lungo la linea del Ticino, e nello sfondarla effettivamente col maggior nerbo delle forze, a Pavia, muovendo pel Gravellone contro la destra del campo piemontese. Le carte, che erano venute in possesso del Comitato bresciano, davano ancora tutto lo stato effettivo dei varii corpi austriaci, dei loro armamenti in cavalleria ed in cannoni, e più, i dislocamenti successivi per qualche giorno.

Il Guala, appena gli furono recapitati siffatti documenti di capitale importanza nel giorno in cui si aprivano le ostilità e, unitili in un piego, fu in cerca di me.

- Ripartite subito - mi disse -; fate avere al più presto possibile al generale Chzarnowsky queste carte ovunque si trovi, contengono il piano di guerra degli austriaci, non un minuto di sosta, nè qui, nè nel viaggio, partite (1).

(1) E qui mi sia permesso un ossequioso ricordo alla cara memoria di mio padre. Da sette mesi egli non mi vedeva, chè dall'agosto aveva emigrato in Piemonte. Nella nostra cara Brescia ero stato ricevuto il 19 dalla mia sorella, che non fu seconda ad alcuno delle sue concittadine in ardimento bellicoso. Mio padre e mia madre erano nei nostri tenimenti di Calcinatello.

Ricevuto l'ordine dal Guala di ripartire il 20 per il Piemonte, mi recai allo stallaggio dove mio padre era solito dar capo col suo cavallo. Accadde che mentre io saliva nella carrozzella colla quale mi dirigeva pel Ticino, mio padre entrasse nel cortile colla sua carrozza.

Il vederci ed il gettarci reciprocamente nelle braccia l'un l'altro, naturalmente fu un punto solo. Non appena cessato quel primo momento di ineffabile emozione, e che mio padre asciugato le molte lagrime di contentezza che gli scorrevano dagli occhi: " Padre mio - gli dissi - non posso trattenermi un istante di più, ho ricevuto ordini per il campo, debbo ripartire subito ". Mio padre mi guardò come tramortito, ma subito rifattosi della persona, guardandomi fiso sclamò: " Va, prima di me la patria ! ".


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