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giava i ripetuti assalti, cui seguivano per il rinnovarsi e l'incalzare del nemico sempre più numeroso, ostinate difese. Dalle ore due alle tre, le cose nostre pareva si ristabilissero, e che la fortuna ci arridesse. La Bicocca era stata ripresa, - ma alle tre ed un quarto il nemico smascheró nuove batterie, lanciò nuove masse, e da noi si perdette ancora una volta la posizione dominante più volte riconquistata. Il luogo ove trovavasi il Re, era solcato in tutti i sensi da projettili. Il marchese Scotti, i Robilant padre e figlio, ambo feriti, il maggiore, Calderini, il polacco colonnello Briansky, vi fecero i più brillanti prodigi di valore alla testa delle varie armi, che tutte gareggiavano di valore. Il generale Perrone veniva colpito da una palla nella testa e il generale Passalacqua restava fulminato. sul terreno.
Alle cinque di sera tutto le riserve disponibili, erano state impegnate!
Il Duca Ferdinando di Genova, dopo aver avuto feriti sotto di sè tre cavalli, appiedato, mantenevasi alla testa degli avanzi dei battaglioni con singolare intrepidezza, - ma l'eroismo suo non poteva più rimettere le sorti della giornata.
Re Carlo Alberto, testimonio di tutte le fasi della, battaglia, cavalcava al passo verso la città, incurante dei pericoli che lo circondavano, e guadagnatone il vallo, di là muto contemplava la disfatta del suo esercito.