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detto allora piemontese, il Camola era decisamente mazziniano; quegli era per l'indole cedevole, questi imperioso, inflessibile.
Il primo documento col quale il nuovo Comitato si presentò al pubblico, fu quello di una circolare ai reverendi parroci, in data del 25 marzo, diretta a viemeglio accendere l'entusiasmo dei cittadini, ed a scuotere dal letargo i contadini della provincia.
Il giorno successivo, 26, con altro manifesto il Comitato, proponendosi di formare una guardia d'arditissimi bersaglieri, invitava tutti coloro che avessero il coraggio e l'attitudine per appartenere a un tal corpo, di presentarsi alla caserma del Teatro, per esservi organizzati.
Emetteva ad un tempo dei boni per i fornai, consegnandoli ai parroci e curati, perchè alla loro volta li distribuissero, acciò non mancassero di pane i combattenti ed i poveri.
Già la notte del 25 erano giunti avvisi in città, che un corpo d'imperiali, sotto il. comando del generale Nugent, si era mosso da Mantova, e che a marcie forzate si portava sopra Brescia.
All'alba del giorno seguente 26, questo corpo si trovava già a Montechiaro, d'onde piegando su Rezzato e fermatovisi per due ore, aveva ripreso la via per Santa Eufemia della Fonte a tre chilometri da Brescia quel corpo era forte di circa due mila uomini, ed aveva due pezzi d'artiglieria, e circa quaranta dragoni a cavallo.