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pei cannoni che seco conduceva, quindi temendo di venir circondato con un movimento di finta ritirata per essersi alquanto inoltrato, retrocesse a porta Bornata.
Nel contempo in città erasi formato un corpo dei più ardimentosi guidati da Tito Speri, ove figuravano come capi squadra Giuseppe Nulli, Antonio Frigerio, Luigi Castelli, Camillo Biseo, Eligio e Filippo fratelli Battaggia, che mosse ad incontrare gli austriaci disponendosi e nell'interno del borgo di Santa Eufemia e nelle vicinanze in adatte posizioni, per impedire ai nemici l'ingresso nel caseggiato.
Poco prima del mezzodì gli austriaci aprivano il fuoco, ed in quel primo scontro fu davvero singolare il coraggio dei nostri, chè, scarsi di numero, giunsero a respingere i croati, e li avrebbero inseguiti colla bajonetta in resta sino al piano, se non vi si fosse opposto, con avvedutezza, lo Speri.
Accaddero in questi fatti d'armi, caratteristici e commoventi episodi. Un Robaldi, all'aprirsi del fuoco, colto da una palla austriaca nel petto, spirava dicendo: " Me fortunato, ho l'onore di morire pel primo sul campo di battaglia! " raccomandando al suo capo che non dimenticasse di scrivere primo il suo nome. " E il mio secondo ! " gridava un altro cadendo, squarciato il ventre dalla mitraglia, e moriva mormorando fino all'ultimo sospiro: " Viva l'Italia! Viva la guerra! "