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Eufemia, che doveva esserlo per le sortite; ordinando che nessun cittadino potesse uscire dalla città, senza un passaporto municipale.

Contemporaneamente, superate le obbiezioni che gli si facevano al Municipio, ottenne che in tutti i numerosi campanili della città si suonasse a stormo.

Gli austriaci intanto, avuta la bellicosa risposta del Comitato, muovevano dal borgo di Sant'Eufemia della Fonte, e respinti gli armati bresciani, che dai Ronchi si opponevano al loro incedere verso la città, s'inoltravano fino a San Francesco di Paola.

Fu in quel periodo dell'azione che si udì il generale martellio delle campane della città, e che i cittadini come ad un invito di festa, accorsero, diremmo in massa, alla difesa delle barricate e delle mura.

Ma i più impazienti ed animosi uscirono da Porta Torre Lunga e, divorata la strada, giunti a S. Francesco di Paola, trovati gli austriaci alle prese con le nostre bande dei Ronchi, si gettarono nella mischia. Durò il combattimento fino verso sera, senza che gli imperiali avessero fatto un passo in avanti, anzi non potendo più sostenersi nella posizione, retrocessero nei loro attendamenti di S. Eufemia.

Trionfanti i nostri che erano usciti in sortita baldi della vittoria, ritornarono a notte in città, ma a non tutti pareva decoroso il riparare dietro la


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