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barriera della porta che si doveva chiudere, e quei nostri strenui militi che erano il Formentini G. Battista, l'Antonio Frigerio e Filippo Battaggia, vollero correre ancora qualche arrischiata ventura, dalla quale uscirono salvi mercè il loro pugnace ardimento, tanto che furono accolti dentro le mura, quando si credevano già perduti.
Il Comitato fu lieto con la cittadinanza del successo riportato in quella giornata, - ma nel ragionevole dubbio che il nemico potesse tentare un assalto nella notte successiva, combinato con bombardamento dal forte del Castello, pubblicò nelle prime ore della sera altro manifesto, nel quale, constatato come i cittadini bresciani fossero oramai a prova di bomba, ed avvertito come poco importasse che la vittoria loro fosse rischiarata dal sole o dalla illuminazione della città, ordinava che in tutte le finestre delle case verso strada fossero esposti i lumi. - Nello stesso manifesto, ad ulteriore alimento del pubblico entusiasmo, dava notizia della liberazione di Bergamo in seguito ad aspra lotta, - e la informazione era inesatta. Chiudeva con frasi, che stavano a prova del febbrile momento in cui venivano dettate.
Così ebbe fine la memorabile giornata del 26, per quanto ai fatti che si verificarono nella cerchia della nostra città.
Ora a noi incombe, meno gradito, ma pur non