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ebbero ordine di riguadagnare la città, e le bande Boffava si riducevano sull'alto dei Ronchi.

La gloriosa giornata fu ricca di episodi di ammirabile, eroica saldezza. I numerosi incendi più che a spavento, muovevano il popolo a spegnerli con ogni sollecitudine, mentre ancora motteggiava dicendo: Veh la tal casa e la tal altra, che hanno acceso il sigaro.

Al fiammeggiar di un cannone " la viene " si diceva dalle vedette, e i nostri si coricavano a possibile riparo del proiettile, e tutto era detto. Un difensore, cui una palla di fucile aveva forata la gamba, sorridendo guardavasi la ferita, e diceva: " Ih! che bel buco, ma io non voglio lasciare il ballo per questa miseria " ; e bisognò portarlo di forza allo spedale.

Il che non potè farsi con un altro a cui una palla morta era entrata nelle carni, e fattosi levare la palla, rimase al suo posto.

Lo Speri, seguito da Luigi Usanza, Gaetano Muccinelli, dai due fratelli Sreiter, e da altri parecchi, aveva guadagnata un'altura, sulla quale fu assalito a tergo da un gruppo di stiriani. Il Muccinelli fu pronto a stendere al suolo il primo che era comparso, un giovane di 14 anni ottenne lo stesso risultato con un secondo di quelli, e l'impresa era sì grave che 14 dei nostri rimasero sul campo. Ma lo Speri e l'Usanza ruppero quel cerchio di ferro, e riuscirono a


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