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Brescia da sei giorni si batteva - gloriosamente - il Piemonte da sei giorni aveva perduto Novara! I duumviri vennero a saperlo il 28 per dispacci del Radetzky intercettati, che ne ragguagliavano Verona; il 29 una copia a stampa dell'armistizio di Novara veniva portata a Brescia e consegnata al Duumvirato dal signor Giuseppe Borghetti, che toltosi dalle barricate, per ordine dello stesso, si era portato a Bergamo per avere fondate notizie sullo svolgimento della guerra. Ma l'enormezza della catastrofe e l'amore che i bresciani avevano posto nei piemontesi ( Correnti ), non lasciava credere alla funesta novella, tanto più che nello stesso tempo da varie parti giungevano notizie, che alle stranamente tristi, facevano il contrapposto di altre novelle stranamente felici.

Queste ultime - seguiamo il Cassola - si possono così riassumere. Il giorno 28 un corriere aveva portato al Comitato di difesa una lettera, nella quale si raccontavano i fatti di Novara, l'abdicazione di Carlo Alberto, che veniva designato come traditore, l'armistizio del Duca di Savoia, ed aggiungevasi che subito dopo le Camere di Torino avevano ad acclamazione dichiarata la Casa di Savoia decaduta dal trono, e nominato dittatore Chzarnowsky, il quale, purgato l'esercito col far fucilare diversi ufficiali del partito dei nobili, e spiegata bandiera rossa, aveva intimata guerra e morte al


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