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Il fatto del generale Ramorino che palesemente vien meno al suo dovere, non difendendo la Cava con la sua divisione lombarda, nè dando i segnali convenuti, colla quasi contemporaneità del moto repubblicano di Genova, dal Guerrazzi accennato alla Camera di Firenze, un giorno prima che si avverasse, - questi due fatti, senza riferirci ad altri, dànno la chiave delle bieche macchinazioni, alle quali, forse incosciente, soggiacque anche il Comitato di difesa bresciano.
Frattanto il dramma avanzava, per risolversi più oltre colla fatalità della tragedia greca.
[la nota a piè di pagina 94, precedentemente riportata, prosegue in questa pagina]