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Mentre così si svolgeva la vicenda guerresca fuor dalle mura, il Leshke bombardava dalla rocca Cidnèa furiosamente la sottoposta città. I proiettili nella loro maggior parte erano diretti sul quartiere di S. Eufemia, intra-moenia , (chè nei non pratici della località può nascere confusione coll'omonima borgata di Sant'Eufemia della Fonte, la quale sta a due miglia dalle mura della città) sul quartiere cioè presso Torre-Lunga, ove i cittadini facevano la radunata per le sortite; - ma in quel giorno parecchie palle caddero anche sull'ospedale civile. Il Comitato commosso a sdegno, inviò al capo-medico militare del nosocomio di S. Eufemia un messo, col monito, che se il Castello non avesse rispettata la bandiera sanitaria, esso e gl'infermi suoi avrebbero pagato il taglione.
Il capo-medico, così ufficiato, spediva subito al Nugent suoi incaricati, preceduti da una bandiera bianca. I popolani che stavano alla difesa della porta, vennero in sospetto che quella bandiera parlamentare tutelasse dei municipali, latori al Nugent di patti di resa, e bisognò che lo Speri ed altri due conosciutissimi cittadini, giurassero a nome di tutte le autorità bresciane, d'altro non volersi parlare ai nemici, se non che del rispetto dovuto, secondo le leggi di guerra, ai sacri ospizii degl'infermi.
Ma gl'imperiali ricevettero superbamente e i messi e il loro umanitario ammonimento, ed anzi, tenuto in