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sandro e di S. Nazzaro a mezzogiorno, si mossero contemporaneamente verso la città, facendo impeto ovunque, ma specialmente a porta Torrelunga, mentre un continuato e nutritissimo bombardamento da parte del Castello, aveva per principale obbiettivo la tessa porta colle sue vicinanze.

Intrepidi i bresciani difendevansi sulle mura dietro le barricate, e nè le bombe del Castello nè il cannoneggiamento del di fuori, nè la fitta moschetteria poterono sulla loro marziale attitudine, chè al grandinare dei colpi sovente rispondevano con grida: Viva l'Italia! e come che non avessero un solo cannone per ripostare ai nemici, coi soli fucili ne sostennero il prolungato assalto. Nè i vuoti che la morte faceva in quelle file restavano a lungo scoperti, ma tosto venivano colmati da altri, giacchè tutti andavano a gara nello spingersi avanti, per essere a miglior portata di offendere il nemico.

Il conflitto durò fino a sera, e sebbene guaste dalle palle del cannone, nessuna barricata venne abbandonata. Il nemico si ritirò di nuovo a S. Eufemia della Fonte, idrofobo pel suo nuovo insuccesso. E da tali risultati guereschi si può ragionevolmente indurre, che se Brescia avesse avuto qualche cannone, mai il Castello avrebbe potuto essere soccorso, nè occupati i Ronchi, nè presa la città, se non da un esercito più numeroso di quello che i generali austriaci avevano condotto fin allora contro di essa.


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