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Non avendo il nemico più nulla a temere intorno alla città, e fatta la congiunzione delle sue forze, non era fuori di luogo il timore che, favorito dalle tenebre, tentasse in qualche luogo la scalata delle mura, per cui lungo la notte, fuvvi in città fra i difensori un allarme continuo.

E sentivasi ora suonare a stormo, ora battere la generale, durando incessante il grido di " all'erta! " " all'erta! " che si scambiavano le mille scolte partite in sulle mura e nelle contrade, - in una' parola dispiegata una sì ben diretta sorveglianza da rendere vano ogni tentativo d'assalto, tanto che Brescia nella notte del 30 al 31 marzo non pareva guardata da un agglomeramento informe di gente in armi, ma dalla più ammaestrata guarnigione di soldati, da lungo esercitata alle discipline di guerra.

Tale la situazione della città nella notte del 30 al 31 marzo, piena d'ansie e di pericoli; - nè meno gravi dovevano essere le condizioni morali di quella cittadinanza, sulla quale oramai incombeva il presentimento della imminenza di una catastrofe. Gli spiriti dei Bresciani non potevano che ondeggiare in un angosciosissimo bivio. Dalle notizie fatte pubbliche o giunte in città, erano nel dominio del pubblico due versioni sull'andamento delle cose in Piemonte, originate da quella stranezza di due capitolazioni opposte, contradittorie.

L'una era quella conchiusa dal Radetzeky con


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