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ai nostri un ben nudrito fuoco di fila, che ci tornò micidiale.
Allora i nostri, per toglier loro il vantaggio del luogo vennero nel consiglio di lasciarli calare, tanto che s'inoltrassero fino alla piazzetta dell'Albera, ove disegnavano di combatterli come in un chiuso steccato. Abbandonarono in questo concetto, a poco a poco ritirandosi, prima la trincea più avanzata posta alla svolta della china del Castello, poi, dopo una breve mostra di difesa, quella che custodiva la svolta di S. Urbano; poi, per ultima, quella che stava più sotto, alla via della Consolazione. Allora gli imperiali credettero di poter riprendere coraggio, e tornarono quindi alla carica,- abbandonata la costa calarono fino a S. Urbano, giunsero alle Consolazioni, e saltando barricate, sgombrando impedimenti, precipitarono sulla piazza dell'Albera.
Colà i bresciani li attendevano alla posta, - dalle finestre, dai tetti, dalle sbarre che serravano il passo all'interno della città, i primi che sboccarono sulla piazza, vennero accolti con una salva di fucilate, tanto che ben pochi non uscirono di vita. Ma non per questo coloro che ad essi facevan seguito, potevano dare addietro, trattenuti e risospinti dagli altri militi loro compagni che scendevano serrati giù per quella stretta; tanto che, disperati ogni scampo, fatta una testa come meglio poterono, s'avventarono risoluti contro le trincee, nell'in