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freddo cadavere. Lo spogliava il suo feritore, un certo Cesare Zannini, che vestitosi dell'assise del caduto, ne cingeva la spada, in segno di trionfo.
Il popolo lo gridò capitano del posto, ed egli si piantò presso una commessagli barricata colle insegne opime, e vi stette bersaglio ai nemici, trofeo vivente del valore italiano, finchè delle tanto che lo cercavano, non l'ebbe giunto una palla che gli squarciava il magnanimo petto.
Quella piazza dell'Albera a ricordo di tanto valore e di tanto eccidio, fu poi nominata Piazza del 1849 ; in quel giorno 31 marzo correva in essa a rivi il sangue, i cadaveri vi giacevano ammonticchiati, il suo aspetto incuteva spavento e quasi ribrezzo!
L'altro punto sul quale necessariamente per ragioni tattiche, doveva concentrarsi l'azione dell'Haynau, era, come vedemmo, la porta di Torrelunga. Riprendiamo la narrazione di quella difesa.
Obbligati i difensori, dal preponderare delle forze nemiche ad appostarsi più addietro, avendo dovuto abbandonare i primi ripari, vi si tenevano così fermi e pugnaci, che sopraggiunto un capitano Filippini, vecchio veterano napoleonico, diceva, piangendo di commozione al Castelli : " Non ho mai veduto soldati battersi con tanta energia come i bresciani. "