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volsi inumano, incivile, - però avvenimenti posteriori provarono che nella sua ira forsennata il popolo non prendeva abbaglio sulla nequizia di quei tristissimi.
Ma ciò va qui rilevato quale caratteristica del sentimento bresciano, che a nessun ferito od infermo austriaco negli spedali, a nessun prigioniero, venne fatto ingiuria o recato danno alcuno.
Dal canto loro sempre più furenti si erano resi gl'imperiali. Ordinava l'Haynau che non si facessero prigionieri, che quanti fossero colti colle armi alla mano, all'istante si uccidessero, che tutte le case dalle quali partissero colpi di fucile si incendiassero; la rabbia, il furore e il delirio erano negli austriaci al colmo; - per Brescia era giunta l'ora fatale, doveva cadere immolata al suo avverso destino!
Vari consiglieri municipali, nell'interesse di risparmiare alla patria l'ultimo eccidio, avevano con grandi difficoltà riuniti la sera del sabato circa 50 cittadini allo scopo di deliberare sulla situazione, ma sul punto di concludere un ottimo quanto bizzarro uomo, l'avv. Carlo Feroldi, gridando che si attaccava il palazzo comunale dagli austriaci, i quali precipitavano dalla Strada Nuova che lo prospetta, fece sì che non avessero a deliberare. I rimasti si volsero al Contratti, essendo il Cassola assente e lo interpellarono sopra i mezzi da adottarsi per resistere. Egli rispose, non esservi in serbo che 4000