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fino alla barricata dì S. Barnaba, e nuovamente, col valore della disperazione ricacciavano 200 croati, coi loro cannoni, a forza di baionette nelle reni, fin oltre il mercato Grani prossimo all'estrema barricata di Torrelunga.

Era in così fatti frangenti che padre Maurizio, accompagnato da padre Ilario da Milano, e dal benemerito, coraggiosissimo cittadino Pietro Marchesini, fattosi vesillifero con bandiera bianca, - era in tali frangenti che Frate Maurizio procedeva, fra le bajonette dei croati i quali non volevano lasciarlo andare innanzi, e gli improperii di alcuno dei nostri che gl'ingiungevano di retrocedere; - ma il padre supplicante presso gli uni e presso gli altri, pur s'avanzava, più volte minacciato nella vita, tanto che se il tragitto fosse stato più lungo, forse sarebbe caduto vittima della devozione sua, chè giunse al Castello colla tunica trapassata da palla di croati.

Lasciato il Marchesini al ponte levatoio, egli entrò nel forte col compagno, munito del foglio del Municipio che offriva la resa della città, al quale foglio erano state apposte anche le firme degli ufficiali austriaci nostri prigionieri.

Condotto alla presenza dell'Haynau sulla spianata, davanti alla di lui abitazione, dove segnava le sentenze di morte dei nostri caduti nelle sue mani, il padre Maurizio umilmente gli si prostrava dinnanzi.


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