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che avanzavano sopra la città, delle quali vedevansi luccicare le bajonette, truppe sulle quali, egli diceva non aver facoltà di comando.

Ostentava l'Haynau queste difficoltà, per evitare di dichiararsi prima che gli venissero rimessi i prigionieri. Difatti la liberazione loro fu la premessa, senza la quale, egli concluse, non era possibile intendersi, - e su tale premessa licenziava il nostro mandatario.

E qui non va taciuto che l'Haynau, durante questi negoziati, non ordinò ai suoi di sostare nelle mosse; - mentre i nostri, fatti avvertiti delle trattative in corso, seguendo il costume di leali guerreggianti, lasciarono di restar vigili alla difesa.

E gli austriaci si valsero di questa circostanza assai poco lealmente da parte loro, giacchè si. andarono estendendo in tale tempo di falsa tregua in molte contrade, tanto che può dirsi che la stessa abbia più nociuto a Brescia, in quanto a perdita di terreno, che i molti giorni trascorsi di combattimento.

Disceso al Municipio padre Maurizio con questa preliminare risposta, i prigionieri furono tosto messi in libertà, ed il sollecito frate rimontò subito in Castello, con commissione di dire all'Haynau, che i prigionieri erano a sua disposizione. Allora il maresciallo lo rimandò, dichiarando che accettava la. resa della città alle seguenti condizioni: che le sue genti vi fossero tranquillamente accolte, che ad ogni


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