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manicotti di pelo, braccialetti ed altri oggetti rubati alle sgraziate popolazioni dei luoghi, sopra i quali si era combattuta la guerra oltre il Ticino.

Fra i prigionieri che gli austriaci traevano in questo vandalico corteo ve ne erano tre, due giovani ed un vecchio, tutti d'aspetto civile e legato le mani dietro al dorso con nastri tricolori, che trascinati in uno dei quartieri militari, fatti segno ai più volgari insulti, vi furono indilatamente fucilati.

La licenza soldatesca non aveva alcun freno. Se nelle case vi si trovavano i padroni, vi erano trattati da nemici, se non vi si trovavano, da fuggiaschi e delinquenti, - tutti erano delinquenti ai suoi occhi, tutti punibili e di quali pene si è già visto.

Codeste torme di nuovi arrivati s'accamparono sulle piazze e per le contrade, o dove loro meglio talentasse. Così accadde che una compagnia di volontari stiriani, la quale era stata d'alloggio al palazzo del Liceo-Ginnasio, prima che si aprissero le ostilità col Piemonte, pensò di riprendersi subito tale alloggiamento.

In quell'ampio palazzo, già dei Bargnani, che sorge a sera della città, ossia lontano dalla parte più minacciata che era quella a mattino, opportunamente vi si era installato come a sua sede il Comitato di difesa.

All'arrivo dei volontari stiriani vi si trovava ancora il bravo nostro Castelli con parecchi de' suoi,


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