pag. 158
di vettovaglie. Tuttavia il Municipio riuscì mediante il sollecito concorso dei fornitori a provvedere che si imbandissero per le vie 15 mila razioni di pane e vino e salumi aggiungendovi legna e paglia in qualche abbondanza. Allora si accesero per tutta la città i fuochi dei bivacchi ed intorno ad essi il tumulto barbarico e le gozzoviglie dei vincitori, durarono fino al mattino.
Non erano smessi ancora gli incendi che del fumante bagliore rischiaravano tutto intorno la città, e la insultante gazzarra delle soldatesche imperversava nelle vie, esacerbando l'infinito dolore della cittadinanza, quando verso le undici e mezza della notte si sentirono d'un tratto scoppiare, e mano mano distendersi, poco fuor della città verso ponente, i colpi di una viva fucilata. Durò quel crepitare di colpi, come di un'avvisaglia di avamposti, per alcune ore, poi svanì, senza che altro per allora se ne sentisse.
Il lettore rammenterà come più volte ci sia occorso in queste pagine di accennare alle speranze che i bresciani riponevano, e fondatamente, nel soccorso che loro avrebbe recato la colonna che si andava raccogliendo a Bergamo, sotto gli ordini del Gabriele Camozzi.
È doveroso il dire qui di lui, per debito di ammirazione e di riconoscenza.
Il Gabriele Camozzi era di quelle famiglie pullulate in Lombardia nell'epoca della dominazione