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realmente compromessi nella rivoluzione, o sospetti. Così fu avviato un primo processo, cui seguirono altri, di alto tradimento, contro il Consigliere del tribunale Carlo Gambini, integro magistrato e fervente patriota, e contro i cittadini avv. Violini, avv. Pallavicini e fratello, Trebeschi, Bonomelli, Angelo Ferrari ed altri parecchi, e fra questi si annoverò pure l'ex-granatiere austriaco Ambrosini, che era stato il valoroso capo-squadra dei difensori della barricata dei Tre Visi, - costui fu colpito d'arresto, dopo due mesi dalla insurrezione.
Così fu pure, sottoposto a processo ed imprigionato il prete Carboni, che fu entusiasta, sostenitore del risorgimento patrio, dedicandovi gran parte del suo cospicuo patrimonio.
E tutto codesto, in onta alle dichiarazioni che precedettero la resa.
Era naturale che in tale stato di cose si determinasse nei compromessi un sollecito abbandono della città, - a parecchi di questi si prestò quale sicuro rifugio !a montagna, come al virtuosissimo ing. Felice Laffranchi, membro del comitato segreto; ed altri, i più, cercarono loro salvezza esulando, chi in Piemonte, chi in Svizzera, a seconda delle individuali circostanze, ed anche delle rispettive simpatie politiche, subalpine o repubblicane.
Per non dire che dei più chiari, - il Conte Giuseppe Martinengo, ardente patriota, riparò in Torino.