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dizioni morali e materiali, in cui si era trascinata la vita del popolo italiano da secoli.
In tale periodo di risveglio, o di creazione se vuolsi del sentimento italico, nessun dubbio che fu potentissima l'opera del Mazzini, ed a giusto titolo per la sua indomata fede di apostolo della libertà e sopratutto della unità della nazione, che trasfuse nella Giovane Italia quale forza operante, il tenace genovese venne in fama e fu meritatamente proclamato il grande agitatore italiano .
Ma se scendendo dai campi della ideologia politica, l'opera sua doveva concretarsi in quelli dell'azione, in ogni circostanza si fece palese la poca attitudine che era in lui di proporzionare i mezzi allo scopo, e come, se gli avvenimenti lo smentivano, si contorcesse per tornare alle sue concezioni soggettive, quasi astratte, ed ivi rimanesse immoto. Cosi gli accadde, in seguito, di oppugnare l'alleanza francese nel 1859, quale un interesse puramente dinastico e contrario a quello della nazione; come nel 1854 aveva combattuta la spedizione di Crimea, qualificandola una deportazione di forze nazionali, che si sottraevano all'Italia di fronte all'Austria (1).
(1) Vedi in argomento il ponderoso volume di Alfredo Oriani " La lotta politica in Italia ", Torino 1892, L. Roux e C. editori; autore di molta dottrina, ascritto, alla scuola mazziniana.
Il libro Gli italiani nella guerra d'Ungheria 1848-49 , del conte F. Bettoni-Cazzago, Milano, fratelli Treves, 1887, contiene pure un giudizio rimarchevole del Kossuth sul nostro agitatore.
Amiamo ricordare come in questo libro del Bettoni, che fu dotto e benemerito nostro concittadino, siano raccontate le gesta del bresciano nob. Alessandro Monti, colonnello comandante la legione dei volontarii italiani nella guerra del 49 in Ungheria. E il Monti ed i suoi si coprirono di gloria in quella fortunosa campagna, nè poco valse la loro strenua condotta a rassodare e mantenere sempre vivi fra i due popoli l'italiano, e l'ungherese, i sentimenti di reciproca stima e simpatia. Il Monti morì in Piemonte nel 1854, e fa una vera perdita per l'Italia e per il suo esercito.