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come fece più tardi, ed avrebbe lasciato ad altri l'incarico di far subire alla città ulteriori e sì enormi sacrificii .
E sarebbe, ci sembra, valso meglio al Cassola l'osservare e lo scrivere, che lo stesso Camozzi, il quale veniva da Bergamo e campeggiava da giorni in aperta campagna, si dibatteva egli stesso nella incertezza sui fatti della guerra in Piemonte, fino a tutto il 31 marzo, e che quindi, se egli versava In tale inconsapevolezza, molto più la stessa era concepibile e scusabile nel Duumvirato di Brescia, il quale da giorni stava in una città assalita e chiusa, e che però, non avendo libere le comunicazioni, non poteva avere informazioni dal di fuori.
Ora, nella nostra imparzialità di storici, abbiamo altro a dire.
Il quartiere generale dell'esercito sardo non ignorava come la città dì Brescia, in esecuzione di suoi ordini, fosso insorta, e non poteva tampoco dubitare che non sarebbe venuta meno all'ultima istruzione del suo capo il generale Chzarnowsky, che si raccoglieva nelle parole: " tenez fort " data allo scrivente, quale messo del Comitato segreto bresciano, il mattino del 23 marzo. Nè il Ministero piemontese informato a suo tempo dello scoppio della insurrezione bresciana, dal Comitato centrale di Torino, poteva del pari versare nella ignoranza di un fatto