pag. 220
menti, o col persuadere, se possibile, alla Curia Romana una evangelica rassegnazione, nell'interesse della religione stessa, rimpetto all'assurdo di un ripristinamento della sua sovranità temporale in Roma.
Comprendiamo quanto siffatta rassegnazione debba tornare al Vaticano regio più ardua di quella da lui praticata in varie epoche, giacchè da altra parte non sembra che gli obblighi assunti dai Pontefici, secondo il rito, quando si cingono del triregno, siano tanto assoluti ; - e ciò vuolsi dedurre, fra gli altri, anche dal fatto che nel trattato di Tolentino del 1797, papa Pio VI rinunciava ad ogni suo diritto sopra Avignone in favore della Francia, e cedeva le Legazioni e le Romagne, che venivano annesse alla repubblica Cisalpina, - mentre più tardi Pio VII riconosceva in Roma stessa tutt'altra sovranità imperante che quella della Chiesa.
Ora, tolti di mezzo o neutralizzati questi due partiti extra - plebiscitari, - mentre allo sviluppo delle sane attività politiche, da qualunque parte vengano, è premurosamente aperto sì largo campo nell'ambíto dello Statuto, - in tale supposto, sembra a noi che i vaticinii del Metternich non si potrebbero più, a nostra vergogna, realizzare.
Riuscimmo vincitori! perchè fummo uniti, e sia gloria e riconoscenza a tutti di quella ormai quasi spenta generazione, che pur muovendo da contrarie parti, convennero un tempo tutti concordi di