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done. Il condottiero di essi era un celebre contrabbandiere, certo Freddi di Mura di Savallo, uomo d'una lealtà e patriottismo rarissimi. Era lui stesso che recava al Comitato gli stampati di Piemonte e di Svizzera, gli scritti, le lettere, la corrispondenza col Comitato Lombardo.

Devesi al Robaisini molta parte nell'invio dei giovani in città, e a lui anche raccolta di molto danaro per sopperire alle spese. Viaggiava continuamente presso i sottocomitati, recando istruzioni, dispacci, che tosto comunicati, tosto si gettavano al fuoco. La sua frequenza ad Ome ed a Lodrino venne in sospetto, fu denunciato col Montini e coll'Arici, i quali avvertiti 20 giorni prima di lui fuggirono in Svizzora. Egli stette all'armi e potè fuggire alla polizia che si limitò a tenerlo osservato.

Il Comitato non avea luogo fisso di riunione. In casa del Guala frequentava solo il De Ruschi perchè suo cugino e quindi non sospetto. Riunioni generali non so ne fecero mai. Le parziali secondo i bisogni si tenevono nel vicolo Ballerino al n. 1414, dove conduceva una bettola Basilio Maestrini, e dove convenivano tutti i contrabbandieri di tabacco; e nella contrada che mena al Castello dalla piazza 1849.

Intimata la guerra il Comitato volle preparare il popolo a sostenerla ; dettò un Proclama, in cui si chiamarono cittadini alla riscossa, si devessero apparecchiare per esser pronti un giorno a cooperare coll'esercito sardo. Il De Ruschi. fece stampare quel Proclama di notte, la mattina comparve in poche copie sui canti della strada in vicinanza del Vescovado e dei Portici. Chi li affisse ? Un adolescente, Ovidio Rossi.

Al De Ruschi venne pure affidato l'incarico del suono di tutte le campane, e dell'arresto di alcuni cittadini odiati dal popolo perchè manifesti delatori austriaci. A quest'uopo. Egli avea trascelti 30 della borghesia, gente onesta e da tutti stimata. L'arresto delle spie era necessario e perchè esse non nuocessero all'insurrezione : e perchè non cadessero sotto il furore del popolo, come purtroppo avvenne negli ultimi giorni a chi non si mise in sicuro.


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