pag. 230
Istruzioni giunte dal Piemonte volevano che il 22 marzo scoppiasse la rivolta, e per quel dì tutto era pronto. Ma poi altri dispacci sopravvennero che incitavano a soprassedere. Questo ritardo esasperò gli animi di alcuni, e il De Ruschi la sera del 22 dopo le ore 10 passeggiando sotto i Portici vide un nucleo di giovani, fra i quali il Contratti il Cassola, l'Alberti (erano forse 10), che violentemente sparlavano del Comitato e minacciavano di sovraimporsi ad esso: " a noi, a domani, in barba al Comitato ", parole testuali. Erano del partito avanzato. Incontra il Guala, lo avverte, e si decide una volta scoppiata la rivolta di sostenerla e dirigerla fin dove potrà.
Il Comitato avea, come potè, raccolte armi. Se ne comperarono da Carlo Franzini negoziante, 250, che teneva nascoste; 17 fucili consegnò il De Ruschi che avea conservati dal 48, sul tetto della chiesa di S. Alessandro e che sfuggirono alla sottile perquisizione fatta dalla Polizia sul tetto stesso. Circa 60 fucili si dissotterrarono nella casa conservati dal 48. I 250 comperati furono passati al Boifava che co' suoi Valleggiani e non pochi disertori italiani al servizio dell'Austria trovavasi fino dal dì 15 sul Ronco Rossi. I 250 fucili furono esportati dalla città di bel giorno, su carretti tra sacchi di paglia, materassi ecc., e sotto gli occhi della scolta austriaca.
La mattina del 23 verso mezzodì un facchino si presenta al De Ruschi con un biglietto anonimo non sugellato: " Consegnate al latore della presente l'involto trasmessovi il 18 agosto 1848 ". Erano da 5 a 6 besi di polvere ricevuti dal De Ruschi e conservati da esso fra le argenterie della sua chiesa, senza conoscere l'inviante. Seppe solo dopo le 10 giornate che fu l'amico suo Ciani Giovanni, chincagliere. La notte sovravegnente quella polvere fu ridotta a cartuccia.
Il dì 25 con apposito Proclama s'invitano i cittadini nella chiesa di S.Francesco per costituire dei comitati di difesa, ecc. Era opera di quelli stessi della notte del 22 al bottegone. Mandando ad esplorare il prete D. Parroli, il De Ruschi disse: "Vedrete, riusciranno tutti loro ", e così fu. S'insedia-