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Il 1° aprite 1861 vennero d'ordine Municipale traslati al Cimitero con solenne esequie i cadaveri rinvenuti in numero di 44, in esecuzione del Seguente

MANIFESTO

" Giunta Municipale della R. Città di Brescia, N. 2820.

" Cittadini!

" Esulando i traditi figli di Parga, trassero seco preziosi tesori, le sante ossa dei padri, perchè alla sublime disperazione dei profughi non tutta sembrasse abbandonata la patria se potevano comporre le ceneri amate in altro suolo, ove anch'essi un giorno sarebbero sepolti, nè le avrebbe calpestate l'odiato straniero. Noi siamo liberi, la terra in cui nascemmo è nostra, ma molte vittime del 1849, di quell'epoca memoranda per cui Brescia giganteggia nella storia delle guerre di popolo, giacevano ancora sugli spalti della nostra città, e nei recinti del Castello, disperso e inorate come le ossa del malfattore.

" Cittadini ! Sono nostri fratelli, nei quali l'austriaca ferocia vendicò rilevante l'obbrobrio patrio del valore bresciano. E perchè dovranno rimanere divise dai fratelli defunti? perchè dissolversi in quelle glebe d'esilio lontani dalla patria città degli estinti ?

" L'animo nostro, compreso e dall'altezza e dal rapido procedere di grandi gioje e di grandi dolori, non ebbe agio di raccogliersi prima d'ora e sciogliere un voto lungamente nudrito da tutti.

" Ora ogni indugio sarebbe parso sconoscenza ed oblio, e però il Consiglio comunale accogliendo con pietosa unanimità la proposta della Giunta, deliberò, nella seduta dell'undici andante, che i resti di quelle vittime fossero, amorosamente rinvenuti, raccolti, e con funerale pompa trasferiti al nostro


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