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Quale tributo di particolare affetto, riproduciamo qui il discorso pronunciato sulla bara del patriota Ing. Felice Laffranchi dal capitano Francesco Tosoni:
Signori!
La schiera dei generosi che amarono la Patria per renderla libera dallo straniero e che volonterosi accorsero colla loro abnegazione e sacrificio ogni giorno si sottrae all'umana vita.
È pur doloroso il compito d'accompagnare di questi all'eterna dimora. Ma il dovere ce lo impone e non possiamo a meno di non tributar loro un ultimo omaggio fino a che uno di noi resterà superstite.
E quando l'estremo di trascorse per l'uomo che sempre, ed in modo speciale, fu dotato di virtù, ripeto è sacro dovere di chiunque sente ed apprezza versare una lagrima e deporre sulla sua tomba un fiore che valga a dimostrare la stima della società, perchè la vita umana sarebbe ben povera di luce e di colori, e troppo breve, se noi non potessimo prolungarne la durata, mediante l'unico anello che i viventi ai trapassati congiunge - la memoria.
A compiere questo sacro dovere e a dar l'ultimo addio a chi fu caro in vita, intorno a questa bara o Signori, qui conveniste ad accompagnare, quali ammiratori delle doti del defunto che vi parve giusto ed acconcio pubblicamente memorare per impulso spontaneo dell'animo, confortarne le ceneri con pubbliche parole di compianto e d'encomio; appalesando così che ogni uomo, del quale restano utili ed onorevoli esempi, lascia una pubblica eredità, di cui è bello è decoroso è civile compierne pubblicamente gli uffìci.
Tale egli è del defunto, quì davanti a noi, dell'Ing. Felice Laffranchi, marito e padre amorosissimo di cui si va perdendo lo stampo. Per molti il carissimo amico, per tutti l'onesto, l'integerrimo cittadino.