22 (marzo)

Il Dirigente espose un altro avviso, controfirmato da sei consiglieri comunali, col quale si raccomandava la tranquillità e si partecipava essersi spedito persona onde ottenere che il Municipio fosse autorizzato ad armare una guardia cittadina. Quest'affisso fu il segnale della rivolta perchè esposto appena fu lacerato dai muri e strappata l'Aquila che sovrastava al Leone rampante, e cancellati i nomi dei sottoscritti. La notte successiva il Dir. Zambelli fuggì, e gli fu surrogato il Saleri, che accettò' i pieni poteri a condizione di nominare sostituti ed aiuti e di potersi dimettere a suo beneplacito.

Intanto che ciò avveniva al Municipio, la popolazione era in moto e i fanciulli cominciavano a gettare qualche sasso ai militari che baldanzosi giravano per le contrade. Lo stesso giorno comparve un giovinetto vestito dì velluto nero con nappa tricolore e si videro molti berretti di guardia nazionale. Un manifesto di Saleri annunciava l'autorizzazione accordata di armare una Guardia municipale, ed invitava i cittadini ad arruolarvisi. Ciò pose in calma la città meglio di alcune pattuglie di gendarmi, che il comando di piazza faceva girare, collo stemma imperiale.


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