28 (marzo)
Spunta l'aurora! Un bel sole d'Italia illumina le nostre amene colline. Universale è la gioia. Ma per un falso allarme il tamburo batte a raccolta. Tutto è in moto. Uomini, donne vecchi e fanciulli, tutti si preparano alle difese. Si aumentano le barricate. Si raddoppia la vigilanza. I sacri bronzi fanno sentire il suono di guerra; gli armati corrono agli spaldi; ai posti avanzati. Ma non si muove il pavido nemico e i nostri, stanchi di un lungo e vano aspettare, corrono arditi a sfidarlo sin ne' propri ripari di S. Eufemia. Il Tedesco fa suonare a stormo per ingannare i nostri; i nostri risposero colla campana di S. Polo, e s'impegnò una zuffa accanita che riuscì gloriosa a' Bresciani colla perdita per altro di due giovani prodi, del ceto mercantile, che rimasero uccisi e di due altri, che, soprafatti dal numero, restarono prigionieri, e l'uno dei quali fuggì nella notte.
Parecchi morti e feriti ebbe il nemico, e i nostri rientrarono in città recando sulle baionette la spada, l'assisa e l'altre insegne di un capitano ucciso in quel combattimento. La sera trascorse come l'antecedente.
Giunsero a Brescia falsi bollettini annuncianti una strepitosa vittoria dell'esercito piemontese, ne' giorni 25 e 26 e successiva capitolazione dettata dal ( Czarnowski ) al maresciallo austriaco, nella quale si era pattuito, l'esercito nemico doversi ritirare oltre l'Adige ecc. ecc. Altre liete novelle si recarono da due Bresciani ch'erano stati spediti alla volta di Milano per informarsi di quanto accadeva. Li confermarono nell'errore alcune lettere e messi venuti da Cremona i quali annunciavano l'entrata di ( Lamarmora ) in questa città col sopra più che un corpo di Piemontesi comandati dal Gen. ( Saldarolo ) già incamminavasi per Brescia. Si aggiungeva che le Camere di Torino avevano dichiarato la Casa di Savoia scaduta dal trono, nominato a Dittatore il Polacco, e via, via!
La credenza a tali notizie si mantenne fin dopo l'ingresso degli Austriaci, oltre cioè il giorno terzo d'aprile, in cui pervenne da Torino una lettera che apertamente svelava ogni cosa. Allora, ed allora soltanto, i più compromessi cominciarono a celarsi ed a pensare alla fuga.