30 (marzo)
La mattina del 30, allo spuntare del giorno tutta la città era in moto; il tamburo batteva la generale; tutti correvano. all'armi!
Era giunto l'avviso che un corpo austriaco veniva da Peschiera in soccorso dei nemici barricati a S. Eufemia e del presidio del nostro Castello già ridotto agli estremi. Quest'aiuto non intimorì i Bresciani, anzi li animò ad una più accanita difesa.
Alle 10 uscì un ordine del Comitato che vietava l'uscire dalla città. Alle 11 si avvisò l'arrivo di 2/m fucili, affatto nuovi provenienti dalla Svizzera e di due bare di munizioni, Brescia ne fu elettrizzata. Due ore dopo 2/m cittadini aumentavano già il numero dei combattenti. Molti e molti rimasero con dolore senz'armi, i quali furono in parte destinati alla costruzione delle barricate, in parte preparati per ispegnere all'uopo gli incendi.
Due successive staffette portarono la conferma della capitolazione fatta da ( Czarnowsky ) e della caduta della Casa di Savoia.
All'un'ora del pomeriggio le campane di S. Maria Calchera diedero il segno che si avvicinava il nemico; gli altri campanili risposero suonando a stormo e il tamburo chiamati a raccolta gli armati, tutta la popolazione cominciò a gridare, guerra, guerra; morte all'abborrito nemico; viva Brescia…! all'armi... a Torrelunga...! e fuori appunto di quella porta, sotto i colpi del Castello che avea ripreso il fuoco, incominciò di nuovo una lotta accanita. Il numero dei nemici oltrepassava i 6/m con 12 pezzi di cannone, comandati da due generali e altri ufficiali di Stato Maggiore. Tutta la città fu circondata. e investita e generale divenne il combattimento.
I Bresciani senza chi li guidasse, privi d'esperienza ma animati e sospinti da caldissimo amore di patria pugnavano da eroi accorrendo ove più calda era la zuffa e maggiore il pericolo. Al sopravvenire della sera la battaglia maggiormente infuriò da Porta S. Giovanni a P. Pile e da questa a Porta Torrelunga ed alla Postierla. Tutti credettero che con queste specie di strategia si volesse proteggere la ritirata del Presidio del nostro Castello, ma chi guardava dall'alto delle case potè scorgere di leggieri che nessuna mossa ivi accadea, e che invece era da arguirsi volere il nemico tentare di soccorrere il Castello.
Onde il combattere o l'opporvisi si prolungò sino a notte avanzata e dalla parte della Postierla non cessò per tutta la notte. La strada da S. Eufemia a Torrelunga, quella di circonvallazione, da questa alle altre porte, erano gremite di cadaveri austriaci, fra cui molti Italiani del reggimento Sigismondo, e gran numero di feriti. La nostra perdita fu assai lieve.
La notte si passò in continua vigilanza, massime tra porta Pile e porta Torrelunga, ma essendo oscurissima e piovigginosa il Castello potè ricevere, per la porta del soccorso, un aiuto di soldati. Tra questi eravi l' (Haynau), travestito da semplice gregario, che appositamente era venuto da Padova.