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cando quando dee temporeggiare, temporeggiando quando deve attaccare, perde quattro mesi sul Mincio, e Radestky in quindici giorni lo caccia dal Mincio al Ticino. Alla rotta di Custoza (25 luglio) succedeva l'armistizio di Viaevano (10 agosto), Carlo Alberto per salvare il Piemonte, abbandona la Lombardia e la Venezia, la Lombardia e la Venezia appena fuse nel Piemonte si rifondono nell'Austria, e tornano nell'agosto quali erano prima del marzo. Quanto a Brescia, si era la città sollevata nel giorno 18, nel 22 si era eretta in governo temporario, nell' 11 d'aprile si era unita al governo centrale di Milano, nel 28 di giugno era stata incorporata al Piemonte, nel 12 d' agosto veniva rincorporata nell'Austria.
Segnato l'armistizio restavano le trattative di pace. Le quali sarebbero state di facil riuscita, purché, come l'Austria esigeva, si fossero presi per base i trattati del 1815, e purché il Piemonte avesse voluto guardare alle condizioni infelici nelle quali si trovava; l'erario esausto, il paese indisposto, le truppe avvilite troppo consigliavano la pace, perché dalla parte più sana non fosse invocata: la consigliavano la Francia e l'Inghilterra, la consigliavano le rivoluzioni repubblicane di Roma e di Toscana, la controrivoluzione di Napoli, la controfusione di Venezia che isolando il Piemonte da tutto il resto d'Italia lo lasciavano ridotto alle sue forze contro quelle dell'Austria.
Fra le cagioni che mossero i democratici ad intraprender la guerra (che l'opera fu di loro principalmente), era la speranza che una sollevazione generale di popoli dovesse sorgere in Lombardia al primo aprirsi delle ostilità; come se l'esperienza della passata campagna non avesse dovuto bastare a persuaderli in contrario e a guarirli delle loro illusioni. Volendo loro credere, tostochè l'esercito Piemontese avesse preso la mossa sul Ticino e sul Po, sarebbesi nello stesso punto sollevata la Lombardia, talché Radestky, trovandosi sbarrati i passaggi, intercette le comunicazioni, minacciate le spalle ed i fianchi, non avrebbe potuto né spingersi ai confini contro il nemico, né staccar compagnie contro le città sollevate, né riparar quieto ed intero alle fortezze, ed essendogli pericoloso del pari il combattere ed il ritirarsi, avrebbe dovuto ardere in mezzo all'incendio. Che se pure la mossa dell'esercito e la