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sollevazione de' popoli non fossero simultanee, restava ancora il poter infestare il nemico da tergo e dai lati, mentre, fosse impegnato da fronte, restava il tagliargli le comunicazioni colle fortezze; si sarebbe potuto liberar qualche passo sulla sinistra del Po, per dove potrebbero, La Marmora ed Apice, calando dall'Apennino, procedere a Mantova, a Verona, in Tirolo, dar mano ai Veneti, che dal Cadore e dalle Lagune avrebbero potuto marciare sopra Treviso, accennare a Vicenza, continuare a Padova e passar quindi a congiungersi colle truppe della repubblica Romana che tra Bologna e Ferrara doveano venire ad accamparsi. Con queste speranze il ministero di Torino aveva istituito una commissione ordinata a promuovere e fomentare e dirigere con consigli, con denaro, con armi l'insurrezione, sulla quale faceva assegnamento quasi altrettanto che sull'esercito. Ad opera di questa commissione, altri figliali se ne creavano sopra vari punti del confine, le quali corrispondevano coi comitati segreti delle città lombarde, e per mezzo di operosi emissari, che si sparsero per la Lombardia, vi andavano soffiando la sommossa. Ma troppo era negli animi fresca la memoria delle cose passate, misera era stata la prova che avea di sé fatto il paese, perché le costoro suggestioni non trovassero ovunque che tepide volontà e sordi orecchi. Brescia, soltanto fra tutte le lombarde città, fu quella che si lasciò prendere all'esca, e si accecò sull'abisso, da cui tutte le altre rifuggirono, e nel quale la trascinava il proprio stato.

Varie cagioni concorrevano in Brescia ad alimentar le speranze negli animi desiderosi di novità, e a fomentare il germe di nuove turbolenze, coperto piuttosto che spento dopo il 1848. Fra le quali, oltre il fuoco soffiatovi da certo gazzettino di fuorusciti che ad ogni ordinario di posta capitava di straforo dal Piemonte, oltre il succedersi che faceano a ridosso le nuove, ora della seconda sommossa di Vienna nell'ottobre, ora di rivoluzione dell'Ungheria, ora di quelle di Roma e di Firenze, debbono particolarmente notarsi i rigori coi quali il maresciallo Haynau aveva esercitato il Governo della città dopo il ritorno degli Austriaci. Fra questi, per tacere di parecchie frequenti perquisizioni domiciliari, catture, fucilazioni per possesso d'armi, gli obblighi imposti e le pene minacciate ai comuni fra i


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