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zione fatta conoscere al pubblico, era stata con indegnazione respinta dal popolo in massa; che il popolo era preparato a vincere o morire, la città disposta a resistere finché non fosse ridotta in cenere, essi determinati a sostenere, con tutti i mezzi che avevano in loro potere, qualunque assalto; che non confidasse troppo nelle sue forze; che una città agguerrita non si vince che con un potente esercito; che le sue truppe avrebbero trovato la morte sotto le mura della città, che al primo muovere delle ostilità contro Brescia, sarebbero stati massacrati , (parola testuale della lettera) tutti i prigionieri e gli ammalati che si trovavano in loro potere. Mandata questa lettera, onde inanimire la moltitudine ed incitarla alla guerra pubblicavano un bollettino che allora allora dicevano capitato dal campo piemontese, soggiungendo di proprio un infiammativo proclama: diceva il bollettino (in persona di Chzarnowsky, di cui portava la firma) avere il nemico avuto l'audacia d'innoltrarsi sul suolo piemontese: battuto da tutte le parti, tentare inutilmente di ritirarsi al corpo; la vittoria de' Piemontesi essere di diecimila tra morti e feriti , e quattromila prigionieri ; un corpo di quindici mila uomini esser separato dal grosso dell'esercito, e tentare indarno di riunirsi. Diceva il proclama non essere a fronte di tali vittorie ottenute dai prodi militari in Piemonte da imprimere una incancellabile macchia sulla città, cedendo in faccia ad un piccolo distaccamento neppur di duemila nemici qual vergogna, se quando i figli di Brescia torneranno in patria a narrare le loro prodezze, non si avesse a mostrar loro che delle catene! Con qual animo, mentre il duumvirato era deciso a vincere o morire, sarebbesi potuto abbandonarlo ? Come avrebbe Brescia potuto smentire il suo nome d'eroica città? Chiamava all'armi, alle sbarre, chiamava ardire, ordine, costanza. Nello stesso tempo davano ordine che nuove sbarre si costruissero, e le costrutte si rinforzassero, munivano di trincee e di armati gli sbocchi del castello, facevano murare le porte della città, eccetto San Giovanni e Torrelunga, perché restassero libere l'una ai soccorsi, l'altra alle sortite, distribuivano armi quante ne potevano ed a quanti ne domandavano. Era in questo stesso giorno 26 arrivata una parte dei fucili aspettati dal Piemonte, e qualche stormo di valligiani,