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clesiastico. Piacque la proposta, e più ancora la scelta del soggetto, che fu il P. Maurizio da Brescia, Provinciale del convento di San Giuseppe, per sapere, consiglio, specchiatezza di vita, opera d'istitutore prestata in Roma presso il principe Luciano Bonaparte, ad ogni ordine di cittadini onorabile, e più di ognaltro opportuno a quest'ufficio dì riconciliazione e di pace; il quale con quella prontezza di volere che inspira la carità della religione e della patria fu dall'egregio uomo accettato. Mentre però il Municipio faceva ogn'opera per salvar la città dall'estrema rovina, le cose continuavano a precipitare. V'erano i più lurci , v'era la feccia de'combattenti (barabbe venivano chiamati) ai quali non si potevano togliere l'armi di mano. Cinque volte sull'alto del palazzo Municipale era stata inalberata la bandiera bianca, cinque volte l'aveano di là strappata. Agitavano bandiera rossa, volevano guerra, volevano sangue. Si spargevano per ogni dove, si appostavano alle svolte delle contrade, si scagliavano a forza negli interni delle case per far fuoco dalle finestre, si raccoglievano per le piazze ad atroci consulte; i vespri siciliani, le pasque veronesi stavano per rinnovare sui prigionieri e sugli infermi. Per l'onore della città nondimeno se ne rimanevano; correvano invece cercando di certi che fra il popolo erano in voce di spie, con intenzione di farne ciò che ne fecero: alcuni ammazzavano in casa, altri in prigione, dove si trovavano arrestati, e ne gettavano i cadaveri alla strada. Dal loro canto sempre più inviperivano anche gl'imperiali. Ordinava l'Haynau che non si facessero prigionieri, che quanti si cogliessero coll'armi, alla mano sull'istante si uccidessero, che da quanto case partissero colpi di fucilate s'incendiassero : la rabbia, il furore, il delirio era al colmo: Brescia per le mani nemiche, per le mani sue proprie stava per profondare.
Intanto il P. Maurizio, in compagnia d'un suo frate e d'un Marchesini , benemerito popolano che procedeva con bandiera bianca, fra le bajonette dei Croati che non volevano lasciarlo andare innanzi, e gl'improperj dei barabbe che lo chiamavano indietro, arrivava in castello. Munito d'un foglio del Municipio che offeriva la resa della città, ed al quale anche i nomi degli ufficiali prigionieri , si leggevano sotto-