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sola intenzione di mantenerci all'ordine, e che non si sarebbero adoperati, purchè gli abitanti non lo avessero turbato [1].
Già la nostra gazzetta, due giorni prima che una tedesca bandiera comparisse alle porte, aveva incominciato a volgere la propria (14 agosto), recandoci i proclami dell'invasore e le notizie del prode e vittorioso esercito, che tornato per liberarci dai nostri tiranni, minacciava ai resistenti la legge marziale [2].
Ma l'onda popolare come avrebbe potuto comporsi in calma al cenno di un generale? A mo' di lago, che pur cessato il temporale, freme ancora e flagella con fremito la sponda, non poteva contenersi. Al primo ingresso, il maresciallo d'Aspre, chi nol sa? prometteva, che una tolta militare dai 18 ai 40 anni, la quale temevasi bandita, non avrebbe luogo; è vero ancora, che il Pachta, a tenersi le moltitudini, abolite le tasse personali, diminuiva le tariffe dei sali, e che altre effimere concessioni uscivano di quando in quando; ma le erano lustre, era l'osso gettato al cane perchè non ringhiasse.
In questo mentre, gli acerbi editti del 6 settembre contro i resti di qualche segno tricolore [3], e quelli d'Haynau, reduce a Brescia l'8 di quel mese dopo breve assenza, alludenti ad oltraggiate pattuglie, a canti nazionali, ed a vesti e