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insegne che ricordavano il passato [1], manifestavano come ancora vivesse negli animi la rabbia della tornata servitù. E veramente, profittando di quell'assenza, con subito ritorno agli istinti generosi della compressa libertà, ricomparivano i tre colori, e le itale canzoni scoppiavano, per così dire, mal represse dai commissaij e dalle ronde, contro le quali volavano di quando in quando i ciottoli delle strade. Non potevamo rassegnarci. E tanto è vero, che a dispetto dei barbari e stolti editti, per incendio succeduto il 20 dicembre al Cavallino rimpetto ai Portici, si discoprivano dagli accorsi Tedeschi diversi e carichi fucili; donde il proclama del 21, per cui passate 48 ore, al possessore della casa, od al suo rappresentante, un unico schioppo rinvenuto, era certa e ineluttabile morte [2].
Più strano è il decreto 21 settembre contro i ciottoli rinvenuti nelle perquisizioni di alcuno case, intimando il loro trasporto fuori della città, pena la morte del proprietario della casa o degli agenti suoi [3].
Pretendere che un popolo con quella celerità con cui fa vinto sopprima speranze lungamente nutrite; pretendere che un fatto solo - la rapida conquista - estingua nelle moltitudini un antico, tenace, prediletto pensiero, è stolta brutalità di militare governo. Era ben naturale, inevitabile che