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Haynau, nelle recenti diserzioni dell'italo reggimento Hauguwitz, i cui militi ritornati a malincuore alle odiate insegne, mal sopportando lo scherno del perdono straniero, le abbandonavano un'altra volta per gittarsi di là dal Ticino, ne provava gli effetti. E inutilmente e stoltamente ad impedire quelle fughe multava di 500 lire la terra presso cui fosso colto un disertore non indicato alla forza: perchè obbligando la famiglia di quest'ultimo ad un supplente, ed il Comune a rispondere dell'armi che nella fuga seco avesse recate, e minacciando ai renitenti l'invio di corpi militari per la esecuzione del pazzo decreto [1], gl'inaspriva, e nulla più.
Un altro editto (19 genn.) disponeva che i cittadini colti all'atto di varcare il confine, si mandassero nei tedeschi reggimenti di là dall'Alpi: a 496 Bresciani sottrattisi colla fuga intimava il ritorno, pena l'essere giudicati rei di alto tradimento, e, cosa che in tanto delirio del generale muove a sdegno, nel primo elenco sono alcuni ragazzi dagli 11 ai 16 anni [2], nel secondo, del 4 febbrajo, sei donne [3].
Nè la città soltanto serbavasi irritata e disdegnosa, ma la provincia intera, e più l'alpigiana, dentro le cui vallate ricoveravansi banditi, disertori ed uomini aspettanti una riscossa.
"L'ultimo di gennajo una mano di Tedeschi recavasi, p. e., a Navasco, povera terra fra le rupi dei Garda poco lungi da Gargnano, dond'erano partiti, e vi arrestavano un tal Ferri, l'oste dei luogo, in sospetto d'intelligenze coi profughi, al