pag. 154
della quiete e della prudente legalità, che delle energiche risoluzioni, non aveva compresi i tempi, non la subita natura delle insurrezioni [1]: e però quasi a malincuore, nè per altro che per essere il Municipio sprovveduto de' suoi rappresentanti, e pei voti che gli venivano espressi, accettava pel momento l'arduo ufficio. Limitando le prime sue cure ad una guardia nazionale che all'ordine pensasse, provvedeva perchè ne fossero aperte (20 marzo) le soscrizioni. Due giorni appresso già pregava i suoi colleghi non si adontassero, quando avesse per qualche motivo a rinunciare [2].
Tuttavolta la sua ripulsa, quando invitate le provincie lombarde [3] ad eleggersi un delegato per la viennese Costituente, su lui cadeva la scelta dei consesso provinciale di Brescia, avevagli guadagnata la pubblica simpatia. Sostituitogli il Sangervasio, rifiutava pur esso, nè fu senza meraviglia che taluno, a quest'ultimo niego, proponesse il bresciano Cesare Noy segretario di Montecuccoli. Omai tutti comprendevano ad altro non esserci richiesto un deputato, che per discendere alla vile supplicazione del perdono, od al codardo ufficio di mediatore fra L'agnella ed il lupo.
Raffermato il Sateri nel regime supremo dell'irrequieta città [4], eleggevasi compagni Gerolamo Sangervasio, Lodovico Borghetti e Pietro Pallavicini. Se non che due giorni