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" La guerra! sclamarono cento voci. Morte ai Tedeschi ".
" E il Sangervasio: - Dunque non accettate? ".
" No: piuttosto la guerra ".
" Quand'è così, mostrotevi forti e risoluti: moderazione, o cittadini, rispetto alle proprietà dei nostri fratelli, che non sempre in questi momenti furono rispettate ".
" Lo giuriamo , tuonò l'accolta moltitudine, e mille destre si alzarono come in atto di giuramento ".
" Sciolto quel rude ma impavido consesso, il castellano scendeva coi nostri a meno rigidi patti: ed il popolo ad accorrere nuovamente sotto gli atrj municipali per ascoltarne il tenore. Più tardi L'abate Carboni dall'alto della solita ringhiera presenta innanzi agli adunati un ufficiale nemico, e, Cittadini , esclama, vengo or ora dal castello, il cui capitano voleva spedire questo infermo al militare ospizio di s. Eufemia scortandolo de' suoi soldati. Che soldali? risposi: conosco i miei Bresciani, e mi faccio mallevadore, che quando avrò lor detto, rispettate quest'uomo, sarà rispettato [1]".
" Sorse un plauso universale, e il giovane graduato chinò ossequioso la sua pallida fronte. Venne quindi il Sangervasio recando le condizioni del Leshke: 1. Che ad ogni due giorni siagli data contezza degli infermi soldati. 2. Desiderare di porsi in relazione col Municipio, per istringere, a scanso di reciproci danni, qualche intelligenza. Voleva in somma tenerci a bada, ed eran lustre a ciò. Ma d'altra parte assicuravaci il rela-