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guerrilla del prete, che lungamente sostenuta nel borgo la grandine delle palle nemiche, poichè il cannone aveva sfondati i parapetti, ritiravasi lenta ai margini delle prossime alture. Guardandosi ad un tempo le minacciate spalle, attestavasi a porta Bornata; ma veggendo in pericolo le posizioni della Maddalena, cui volgevasi la colonna proveniente da Cajonvico, e il suo medesimo quartiere di s. Gottardo, se ne ritrasse.
La borgata era intanto ferocemente contesa. Perchè a destra verso il piano, e lungo i poggi che a manca ne la bordeggiano, si distendevano in catena gli arrischiati drappelli cittadini tempestando i nemici. Di fronte il giovane Tito Speri colle proprie squadre, che radendo i colli e procedendo animoso da s. Francesco di Paola, piantatosi nel centro della terra, vivamente la contrastava: ed era solo con quel pugno di valorosi che per poco passavano il centinajo, contro i battaglioni del Nugent, maravigliati anch'essi di quella strana e portentosa audacia. Rovesciandosi a manca della villa.. fulminavano questi li raccolti appiè del colle. ma ne furono ributtati. Stupendi fatti di cittadina virtù seguivano intanto. Lietamente combattevano i nostri, e lietamente morivano. Un Ramboldi, squarciato il petto, spirava dicendo: Me fortunato! sono il primo a cadere sul rampo. Ed io secondo, gridava un altro, stracciato il ventre dalla mitraglia; un terzo gravemente ferito, sdegnando i soccorsi dei compagni, li ricacciava alla pugna. Luigi Usanza con alcuni de'suoi caricando alla bajonetta quaranta Stiriani, obbligavali ad aprirgli la via per unirsi allo Speri. Quest'ultimo, girando coi Muccinelli a sinistra della borgata, per poco non sorprendeva ed inchiodava la tedesche artiglierie [1]. Era in somma una smania irresistibile e feroce di vincere o di morire, un gittarsi violento e spensierato dove più scorreva il sangue, talchè lo Speri stesso fu
1. CORRENTI, pag. 25.