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investivano i nostri le tedesche file, che rincularono sgominate, talchè il Nugent traendo irato ad incuorarle, mentre accennava che si appuntasse un cannone contro di noi, cadde ferito. Raccoltolo i militi, seco il trassero ruggendo. Questo fatto raddoppiò nei cittadini la speranza e l'ardire. A s. Eufemia, gridavano; - e vi andavano davvero [1].

Benchè riluttante, non potè a meno lo Speri di mettersi con loro al dissennato consiglio. Invaso il borgo, mandato sul campanile un Taglianini perchè suonasse a stormo, spediva messi alle terre vicine per iscuoterne la lentezza e ammutinarle. Ma gli Austriaci, battendo a raccolta, occupato lo stradale di Brescia, pigliavano in mezzo le nostre schiere. Il Taglianini, colto in bocca da una palla, continuava a martellare finchè i Croati non l'ebbero finito. I cittadini, veggendosi sorpresi, serrate le file, precipitaronsi compatti allo sbocco occidentale di s. Eufemia, guardato allora da grossa mano di fanti e di cavalli, e rotto quel forte nodo che lo tenevano asserragliato, fra un monte di cadaveri si congiungevano a s. Francesco colle fresche bande che da Brescia volavano a sostenerli. Non così la compagnia dello Speri, il quale girando s. Enfemia, trovatosi all'altra estremità della terra, tentato indarno di sorprendere col Muccinelli ed inchiodare in via Berana i due cannoni che fulminavano contro noi, trovavasi alle spalle tutte le forze dell'inimico, e le case del borgo già occupate. Pensò gittarsi ai colli, ma urtò di fronte al mezzo battaglione che il Nugent aveva messo all'imboscata. Ricevuto da una grandine di palle, talchè due terzi de'suoi cadevano sul campo, Coi pochi resti ripiegava sul borgo, tentando a passo di carica, la bajonetta in resta, di attraversarlo. Se non che oppresso dai nemici, rimasto pressochè solo, vedutisi presi vivi cinque de' suoi (poco appresso fucilati) e cader gli altri nel proprio

1. CORRENTI, p. 34.


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