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e due compagni suoi non avessero con giuramento chiarita la ragione di quel messaggio; e che profittando l'inimico di quel momento di tregua, procedendo co' suoi, rinnovava l'assalto. " E mentre appunto, continua lo storico, l'affollata moltitudine consigliavasi confusamente come pigliar vendetta dell'insulto, una grossa bomba scoppiò quasi in sulla piazza; e alcuno afferrandone il più grosso frammento, recollo in mezzo, e su di esso, come sul libro del vangelo, tutti stesero a gara la mano, così consacrando guerrescamente il sacramento di morire anzi che cedere. Del quale atto tanta fu la nobile fierezza e l'unanimitá, che molti, come a religìoso spettacolo, s'inginocchiarono, e molti piangevano di tenerezza. In quel calore levossi il grido == alle porte! alla sortita! == e bisognò lasciarli fare. Il nemico, tra perchè s'avvicinava la sera, tra perchè aveva sperimentato di che sapesse la furia bresciana. si ritrasse verso s. Francesco [1] ".
In questo mentre, da Crema, da Lodi, da Cremona venivano sulla battaglia del Ticino le più strane novelle, tutte per altro di vittoria nostra. Quelle dal Comitato avute il 26 [2] non erano che un preludio delle giunte il 28 [3] e il 29, alle quali si aggiugnevano a stampa i dettagli del fatto e gli ordini del giorno [4] del vincitore Chranowski. Fra tanta asseveranza di avvenimenti che rispondevano mirabilmente alla trepida nostra aspettazione, una lettera di frate Massimino, dettata