pag. 188
" Alle undici pomeridiane del 30, sotto un cielo nubiloso e volgente alla piova, due carrozze sostavano a s. Eufemia, dove chiesto ad una pattuglia del generale Nugent, continuavano la via. Giunte a s. Francesco, ne uscivano tre viaggiatori, che avvolti nei loro mantelli progredivano pedestri fino al caffè. Ivi indettatisi col generale, scortati da una mezza compagnia di fanti, dirigendosi al Ronco Fortunato e costeggiando i colli, giugnevano alla strada soccorsuale che mettendo capo alla Pusterla e radendo a settentrione la ripida scogliera del castello, conduce ad esso per l'antica porta del Soccorso, già ristaurata, come dicemmo, dagli imperiali ".
" Era questi, con due ajutanti, il maresciallo Haynau, che da Padova, in cui reggeva il blocco veneziano, poi ch'ebbe intesa la rivolta della nostra città, giugneva rapido ed improvviso in sostegno de' suoi : poco stante lo seguitava un corpo di Badesi con lui venuti a rinforzo del presidio. Passò la notte entro al castello col capitano Leshke. Spuntata l'alba, dettava una lettera al Municipio di Brescia, indi ai gendarmi Sarte e Bonadei commetteva recarla nel palazzo municipale. Alle nove del mattino que' due mandati giugnevano a s. Urbano: ricevuti colà da una scorta dei nostri che vigilavano gli sbocchi di quella via, preceduti da una bianca insegna, fiancheggiali da guardie cittadine, furono condotti al Municipio [1] ".
" Ne corse voce per l'intera cìttà, e fu ad un tratto in piazza vecchia e sotto agli atrj della Loggia radunamento di popolo maraviglioso. Poi ch'ebbe il Sangervasio dissuggellato, quel foglio, veggendovi gli accolti la firma di quello snaturato che sapevasi lontano contro i Veneti bloccati, trassecolavano, e fu creduto che il Leshke, a duri termini ridotto. falsasse