pag. 196

reggendo l'animo di veder morire, com'e' diceva, quel buon signore in mezzo ai nemici, scagliatosi nel mezzo a loro, e sottratto il semivivo all'ugne dei Croati, lo si recava con sè.

Ma già questi, sfondati li parapetti di Torrelunga, soverchiando con isforzo grandissimo per ogni parte, allagavano il Mercato dei Grani: e mentre alcune loro compagnie volavano all'assalto di porta s. Alessandro, ond'ivi aprire il varco agli esterni, che l'avevano sin qui battuta indarno, l'altre lasciando ad ogni incontro di barricata qualche cadavere, per la via di s. Barnaba toccavano di già la Bruttanome. Ma quivi accorsi i cittadini alla riscossa, vergognando la tedesca invasione, la respingevano fino al tempio urbano di s. Eufemia. Tra il parapiglia di quella fuga rimaso morto il colonnello Favancourt. Ma noi piangemmo una intrepida eroina, della quale, se al Correnti fu duopo tacere il nome onorato e pudico, noi ricordando colle sue parole come questa giovane sposa, eloquente per doni celesti dell'ingegno e della bellezza, spregiando la morte e la calunnia, da più giorni versasse intrepida ed austera, dove combatteva e moriva la gioventù bresciana, e come spesso gli occhi dei combattenIi e dei morienti abbiano cercata l'angelica figura [1], siamo lieti di consolare dei suo nome gentile queste pagine nostre: essa fu Angelica Contini [2], figlia dell'avv. Giuseppe Rogna.

Appressava la sera, e per l'aere bruno conntinuava, ma più lentamente, il rovinio delle bombe, il sibilo dei razzi e delle granate. Se non che l'Haynau comandò che sostando, mantenessero le sue schiere i loro posti: nè queste, a vero dire, oltrepassavano di molto la cerchia delle mura, poichè respinte fino a Torrelunga, nè gran fatto vincitrici a s. Alessandro, non occupavano al declino del colle Cidneo, che

  1. CORRENTI p. 51.
  2. MARCANTINI, Canti Cit. P. 262.


Inizio - Start
www.brescialeonessa.it