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E questa brutalità fu confessata dallo stesso Haynau. Quando io vidi , scriveva, che già moltissimi dei nostri erano caduti, e che nè per la tempesta delle bombe, nè per l'assalto generale s'allentava il furore dei cittadini, che duravano pertinaci alle difese, diedi mano agli estremi argomenti di guerra, comandando che più non si ricevessero prigioni, e che in sull'atto si facesse macello di quanti fossero presi coll'armi indosso, e le case ove si trovasse contrasto venissero arse e spianate. Eppure quel barbaro, maravigliando il micidiale combattimento dagl'insorgenti condotto da barricata in barricata, da casa in casa colla massima ostinazione, non avrei giaminai creduto , sclamava, che una causa così cattiva potesse essere sostenuta con tanta perseveranza [1] !

Ma il valore destava in quell'anima più sdegno che pietà; per cui vedemmo i suoi militi avventarsi agli infermi, alle donne, ai fanciulli, ai disarmati. Fra la selvaggia crudeltà di quelle orde brillò tanto più bella e inaspettata l'umanità di qualche ufficiale, e sopra questi, del colonnello Jellachich (fratello del celebre Croato), che vergognando la barbarie de' suoi, com'ebbe ad intendere minacciato dai saccomani il tempio di s. Afra, ov'erasi ricoverata una turba di donne e di fanciulli, postosi a guardia di quel sacro asilo, vi stette finchè l'onda nemica non fosse passata oltre: nè pago a ciò, fu largo al Municipio d'utili consigli, talchè dovemmo alla sua mediazione una guardia di sicurezza. Altri ufficiali ancora, già memori d'aver goduta in altri tempi della bresciana ospitalità, s'erano affaccendati per salvare dal sacco le case degli ospiti. Radi esempi di solitaria virtù [2].

  1. CORRENTI, pag. 91. Estratto del rapporto del maresciallo Haynau, comunicato a Radetzky, sulla presa di Brescia.
  2. Pochi altri ne aggiunge il PORCELLI.


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