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Nel giorno appresso, il ferito Nugent [1] moriva. Alle tre pomeridiane del 17 il reggimento Sigismondo, scortato da un battaglione di cacciatori, ne accompagnava la bara. Posava su carro funebre ad otto cavalli, preceduta da un cavaliere vestito di ferro ed a visiera calata: il destriero del generale, coperto di negre gramaglie, seguiva il corteggio chiuso dalla tedesca ufficialità, cui stava innanzi l'Haynau. Vuolsi che il Nugent, prima di morire, chiamasse legataria nel suo testamento la città di Brescia. Sul cippo, che nel nostro cimitero gli fu posto [2], venne dall'Austria fatto scolpire il verso della Basvilliana di V. Monti:

Oltre il rogo non vive ira nemica.

Ma egli è tempo di volgere uno sguardo ad alcuni fatti della storia contemporanea, cui si legavano in qualche guisa i nostri. La Francia rimutata in un'ibrida impastojata repubblica, combattente sul Tevere una repubblica italiana. La dieta di Kremsier (un osso genato ai popoli perchè non abbajassero), alla quale si principiava a credere qualche cosa, sciolta il 4 marzo dall'austriaco imperatore. Questi, che nella nuova costituzione, registrando nel primo articolo tutti i popoli componenti la incondita miscela che nomasi l'Impero, metteva in coda per ultimo il regno Lombardo-Veneto. L'Austria, sfolgorata per ogni parte dall'esercito ungherese, limosinante misericordia dalla Russia vicina; e l'accorrere di questa, e l'Ungheria risospinta a servitù.

  1. " Il generale Nugent è stato ferito alla noce del piede. in modo che gli si dovette fare l'amputazione. Il colonnello co. Favancourt, romandante in sua vece alla testa delle sue truppe, ebbe una palla attraverso il petto e morì ecc.". Haynau, Rapporto sulla presa di Brescia (vedi CORRENTI, p. 91). Nugent moriva nella casa Bonzanini, contrada di s. Barnaba.
  2. VENOSTA, op. cit. pag. 39.


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