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condizioni fu nel 1847 non ultima cagione di tanto incendio. La Sferza intanto, la sciagurata Sferza di Luigi Mazzoldi plaudiva alle larghe istituzioni dell'Impero, e predicavale quali Italia non ebbe mai ne' più liberi tempi.
Quasi a dileggio, quel giornale usciva lo stesso dì (23 marzo) che nel campo della Fiera l'austriaca guarnigione festeggiava l'anniversario della battaglia di Novara. Quattromila uomini ci vegliavano allora: un parco di artiglieria sfilava tra i colli di Rebuffone e Torrelunga, ed all'angolo meridionale del Broletto due cannoni proteggevano il corpo di guardia. Raddoppiate le scolte, raddoppiate le vigilanze dei gendarmi e dei cagnotti sbrancati dalla attenta e sospettosa Polizia; sospettosa cotanto, che nel patrio Ateneo (riapertosi il 21 d'aprile) non potevano gli accademici trattenersi ne' letterarj convegni se non presente un commissario. Non pertanto il buon Saleri, credendo la chiamata degli uomini di fiducia un segno precursore di concessioni, che il fidente animo suo già meditava di chiedere pel suo paese, non potendo suadersi dell'apprestata commedia, sognava libera stampa, lombardo parlamento e tutte le dolcezze di una larga costituzione. Quanto poi nella scelta medesima di que' legati si fosse il Governo rimescolato, basti il dire che Cesare Noy, l'antico segretario di Montecuccoli, ed il Baroffio delegato, si aggiugnevano compagni dal Consesso provinciale di Brescia al Saleri nell'improvida missione. Così dicasi dell'Orti Manara per Verona, dell'Ambrosoli per Pavia, a non toccare che di questi.
Tornato il Saleri in patria (era l'agosto), progettavasi una inedaglia ad onor suo col motto – Brescia riconoscente - in altro più modesto rimutato da poi [1]. Ma un segno di gra-
Il Cenomano , giornale patrio, n. 13. Alla citata epigrafe sostituivansi le parole - Gli amici del Saleri. - La soscrizione aperta dalla Sferza , due volte dall'avvocato rifiutata, venne accolta in città con marcata freddezza. Brevemente: la somma ricavata, con più felice pensiero, fa dati ai poveri danneggiati dallo straripamento del Mella, di cui verremo più innanzi raccontando.