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Dopo mezzo secolo, la memoria dei fatti, dei quali fui testimonio negli anni dell'adolescenza, rivive in me così lucidamente che mi sembra di ritornare a quei giorni fortunosi.
Ecco: io chiudo gli occhi, dimentico le persone e le cose che mi circondano, non porgo ascolto alle voci, ai suoni che vibrano nell'aria intorno a me, mi scordo d'essere ormai avviato verso la vecchiaia.... e ben tosto mi rivedo, mi sento ragazzetto fra i tredici e i quattordici anni, d'una vivacità esuberante, che oggi posso ben definire un misto di buoni istinti e di tendenze alla marioleria: ho le ali ai piedi, il capo ai grilli, sono spensierato ed allegro anche quando vedo mio padre, il mio povero padre, occupato, Preoccupato, anzi, a risolvere il grave problema del pane quotidiano. Perchè eravamo poveri, poverissimi allora: e la morte di mia madre, avvenuta due anni prima, se non aveva, sciaguratamente, fatto mettere la